venerdì 6 gennaio 2017

Cosa lascia alla Mens Sana la peggiore sconfitta stagionale

Un anno fa a Latina girò la stagione della Mens Sana. Deve farlo anche dopo questo -25, il doppio della peggior sconfitta fin qui, il -13 dell'andata a Scafati esattamente un girone fa. Deve farlo perché è la fotografia di una squadra che - non per menefreghismo, ma per uno scollamento totale - si è smontata. E da qui in poi va rimontata. Magari in maniera diversa da inizio stagione, perché diversi sono gli equilibri tecnici interni rispetto ad allora. Ma sicuramente rimontata.

IL GIOCATORE
Nessuno. O forse tutti. Harrell era partito forte, 5 falli subiti in 12' già a metà secondo quarto. Ha chiuso con soli 7 tiri su azione, minimo stagionale. Myers così male da due non aveva mai tirato, e così tanti tiri liberi (7) non li aveva mai sbagliati. Tavernari almeno fino a un certo punto ha giocato in fiducia, in attacco: bene, se si toglie il 4/6 di Roma, nelle ultime quattro partite ha 0/12 da tre punti. Figuriamoci gli altri.

IL MOMENTO DECISIVO
Per forza il terzo quarto. In cui Latina ha costruito un parziale di 23-4, con 9 punti di Arledge, 6 di Poletti, 4 di Uglietti, 2 a testa di Allodi e Deshields. In dieci minuti la Mens Sana ha sbagliato 13 tiri su 14 e ha perso 3 palloni: Tavernari 1/5, Myers 0/3, Harrell 0/2 con due perse. Poi i punti nel parziale sono diventati 6 grazie a un paio di liberi a fine quarto. E pensare che la Mens Sana era partita con un 8/8 da due dopo un quarto e mezzo, tenendo anche la testa avanti nel primo tempo... Nel secondo la Mens Sana ha chiuso con 1/11 da tre, concedendo a Latina un eloquente 18/23 da due.

LA STATISTICA
61, nuovo minimo stagionale di punti segnati, ma la questione dell'attacco senza punti nelle mani è tristemente nota, e una partita con un terzo quarto del genere era fuori concorso. O 14.3%, nuovo minimo stagionale di percentuale da tre punti. O 18, nuovo massimo stagionale di errori da tre punti. Facciamo 17: il numero di anni passati dall'ultima volta in cui la Mens Sana aveva perso sei partite di fila. Ne aveva perse 5 su 6 nell'anno dell'ultimo scudetto con Banchi. Ne aveva perse 4 di fila sia nel primo che nel secondo anno di Ataman. Ma per arrivare a 6 bisogna tornare al 1999/2000, la Ducato di Fabrizio Frates. Una serie negativa cominciata il 6 febbraio 2000 contro Imola con un Vincenzo Esposito da 39 punti, finita il 12 marzo 2000 contro Treviso con uno Sheppard da 26 punti. In mezzo sconfitte contro la Virtus di Danilovic, Rigaudeau e Messina, la Roma di Iuzzolino ed Henry Williams, la Montecatini di Scarone e Chiacig, la Cantù di Antonello Riva. Ecco.

LA CHIAVE
Mentale, perché per quanto sia venuto a mancare un giocatore che si è rivelato più importante di quello che si pensava, questo delle sei sconfitte di fila è lo stesso gruppo che ha cominciato la stagione con un rendimento da sogno. Nelle chiacchiere a margine della crisi recente si pensava, ma non si diceva per non tirarsela addosso, che forse sarebbe stato meglio perdere una partita (o anche due) di 20 punti e vincerne qualcuna in più, invece di giocarsela sempre ma senza successi. Ecco, la sconfitta di 20 è arrivata. Anzi di 25. Almeno rompe l'impasse. Al prezzo però di rischiare di perdere le proprie certezze. Certo che se in un periodo del genere vengono meno anche le certezze del campo...

LA DICHIARAZIONE
Giulio Griccioli, coach Mens Sana: "Ci siamo sciolti e abbiamo fatto forse per la prima volta una prestazione incommentabile da lì in avanti in cui sembrava che ognuno si arrampicasse su una montagna insormontabile per fare qualsiasi cosa, da uno scivolamento difensivo a un palleggio e un passaggio. Siamo in un momento di sfiducia e questa può essere una motivazione, ma proprio nel momento in cui non hai fiducia sei sottoposto a tante trasferte e sballottamenti di calendario devi riuscire a stare attaccato alla partita per più tempo di quello che abbiamo fatto noi: 23-6 nel terzo quarto è imbarazzante per me e voglio sperare anche per i miei giocatori, che non saranno la squadra più forte del campionato, ma da lì a essere completamente in balia dell'avversario ci sono dei gradi intermedi. Nonostante la calma apparente sono incazzato come una bestia, perché qualcosa che avevamo costruito e sembra essere poco saldo era il fatto che avevamo coscienza dei nostri limiti".

LE ALTRE
I playout, il terzultimo posto, sono solo due punti più indietro. Pur in una classifica ancora non facilissima da leggere per i recuperi che ancora mancano, oggi la Mens Sana ha nove squadre davanti e solo quattro squadre dietro: a -2 Rieti e Reggio Calabria, che ha battuto Agropoli che è a -4, e poi a -6 c'è Scafati. Da queste zone è scappata Casale, che alla quinta vittoria nelle ultime sei partite (ora a pari punti con la Mens Sana) ha costretto la capolista Biella alla seconda sconfitta in quattro giorni: tra l'altro sono due delle prossime tre avversarie della Mens Sana. Biella cade in piedi perché alle sue spalle, battuta in casa da Tortona (appaiata al quarto posto con Trapani che ha vinto a Rieti), ha perso anche Legnano. I Knights sono stati agguantati al secondo posto dalla squadra più in forma del momento: ancora Agrigento, che battendo la Virtus Roma ha infilato la sesta vittoria di fila. La Mens Sana allo specchio.

6 commenti:

  1. In realtà la mia paura è che la squadra stia comprendendo ciò che è ormai evidente a tutti. E cioè che non hanno una società alle spalle. Qui i veri assenti non sono i giocatori in campo è la società fuori dal campo. Dobbiamo ormai rassegnarci al de prufundis della menssana. I giocatori che ci vivono dentro l'hanno già percepito. Noi tifosi non abbiamo che da rassegnarci. A Siena non c'è più verso di esprimere una classe dirigente all'altezza. Lo sport non fa eccezioni.

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    1. allegria! :)
      della città se ne può parlare, della società se n'è parlato, ma rassegnarsi NO.
      (siamo qui più o meno anche per questo)

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    2. Ti dirò che a sentire anche quello che combinano all'interno dell'associazione iotifomenssana (a cui sono iscritto) non c'è da stare allegri. Oltretutto vogliamo parlare della grana palazzetto? Quattro anni fa andava tutto bene per mettere il fotovoltaico sopra. Oggi non sarebbe più agibile... Insomma, da un lato c'è una chiara volontà di far sparire la mensssna dal panorama cestistico, dall'altra c'è la dirigenza che diciamo pure non aiuta a trovare le soluzioni. Anzi c'è sempre chi sembra remare contro. Insomma io sono un ottimista di natura ma ormai ho grattato il fondo delle scorte

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    3. se per dirigenza si parla di gestione sportiva non sono d'accordo, se si parla della parte "finanziaria" e in particolar modo quella consortile...

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  2. Temo che il baco sia nell'associazione. Per quello che mi viene detto almeno. Poi è evidente che se qualcosa non funziona le aziende i soldi non ce li mettono.

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