mercoledì 9 dicembre 2015

Battezzati

Abbiamo ormai imparato a vedere come le squadre avversare si concentrino principalmente su due aspetti: bloccare l’accoppiata Bryant/Roberts e attaccare DiLiegro. Con questi tre nel mirino, serve come il pane che gli altri due del quintetto sappiano farsi valere. “Costringete Truck e Roberts a passare la palla? Che problema c’è, noi la diamo a Alex e Mattia, ci pensano loro”. Sarebbe un bel pensiero da parte dello staff biancoverde, se non fosse che…

Se non fosse che dopo undici giornate Ranuzzi tira 11/40 da tre, Udom 5/30. Sostanzialmente, ne mettono una su ogni quattro tentativi (il capitano) e una ogni sei (il numero 22). E da due? 28/60 Ranuzzi, 36/77 Udom; un po’ meglio, ma entrambi sotto la soglia del 50%. Trattandosi di ali piccole/ali grandi, cioè di gente che in teoria dovrebbe giocare più vicina a canestro, si potrebbe fare di meglio.

Piccola parentesi: ovviamente non contano solo i punti segnati e la percentuale di tiro. Ci sono anche tanti altri aspetti del gioco in cui entrambi sanno farsi valere con cifre ben più interessanti. Però è indubbio che su quelle percentuali di tiro gli avversari facciano delle scelte difensive ben precise.

Ma in carriera come sono andati? Ranuzzi lo scorso anno in B ha sfiorato il 40% di realizzazione dai 6,75. A Mantova e Castelletto Ticino stazionava attorno al 35%, a Ozzano ha avuto una stagione da 38% e una da 29%. Può fare di meglio, dunque, del 27% attuale, tanto più che nel sistema di quest’anno gli viene richiesto di essere uno specialista. Ma forse è proprio quello che non lo coinvolge a pieno.

Udom nella stagione ad Agrigento ha tirato 13/59 da tre punti. Siamo sempre lì, attorno a quell’1/6 che caratterizza anche il suo primo ‘vero’ campionato biancoverde. Quando la palla arriva nelle sue mani dietro la linea dei tre punti si aprono le acque del Mar Rosso. Continuare a prendere quel tiro largamente concesso? Se non si evita alla base il problema, evitando di fargli ricevere la palla in certe situazioni, è comunque l’unica soluzione per non far deragliare completamente un attacco che già per sua natura vive di alti e bassi.

Appare però inevitabile che la Mens Sana continui a soffrire da questo punto di vista. Fare i conti coi propri limiti significa anche trovare un modo per mascherarli, per evitare che chi c’è di fronte abbia sempre vita troppo facile a giocarci sopra.

Nessun commento:

Posta un commento

gli argomenti

altre senesi (75) Anichini (69) Asciano (34) associazione (62) avversari (138) Awards (1) Bagatta (8) baskin (1) Binella (16) C Gold (79) C Silver (32) Catalani (3) Chiusi (25) città (19) Coldebella (2) Colle (38) Comune (26) consorzio (71) Costone (237) Costone femminile (15) Crespi (8) Cus (1) De Santis (2) Decandia (1) derby (24) Eurolega (2) ex (49) Finetti (1) fip (4) Fortitudo (1) Frati (1) Frullanti (268) giovanili (41) Grandi (46) Griccioli (12) inchiesta (71) infortuni (5) iniziative (5) Legabasket (1) Libero basket (1) Lnp (35) Macchi (31) Maginot (1) maglia (7) Mandriani (17) Marruganti (20) Mecacci (19) media (13) Mens Sana Basket (151) mercato (93) Minucci (28) Monciatti (16) Moretti (3) Nba (3) pagelle (8) palazzetto (9) personaggi (19) Pianigiani (4) Poggibonsi (31) Polisportiva (63) ramagli (19) Ricci (21) riposo (2) Salvadori (178) Serie A (3) Serie D (20) Sguerri (22) silver (1) società (87) sponsor (29) statistiche (107) storia (69) sul campo (832) Tafani (11) tecnica (3) tifosi (112) titoli (21) trasferte (22) Virtus (283) Viviani (3)