venerdì 30 ottobre 2015

Amarcord, the best of

La trasferta a Trapani è stata unanimemente l'occasione per riaprire l'album dei ricordi, che hanno finito fatalmente per essere quelli dolorosi, forse i più dolorosi prima dell'estate 2014. L'amarcord ha sollevato un impeto mediatico con rievocazioni di pregio di cui merita di rendere conto: questo sarà il post per segnalarle. Prima però un bignamino, nel caso ce ne fosse bisogno.

Mens Sana e Trapani non si affrontano dal 1993/94. Da allora la Mens Sana è andata in Serie A1, per poi ripartire dal basso solo un anno fa, mentre Trapani il massimo campionato non lo ha più rivisto. Perfino quell'ultimo incrocio in una stagione che per la Mens Sana finì in trionfo con la promozione, ecco perfino quell'ultimo incrocio fu nefasto, perché la stagione cominciò con la sconfitta 81-80 in casa del Tonno Auriga, vendicata col 71-65 al ritorno.

Ma sono i ricordi di due anni prima quelli più evocati. Ovvero la retrocessione, maturata in quell'ultima giornata in cui la Mens Sana pareva essersi salvata con l'impresa sul campo del Messaggero di Radja, Mahorn e Niccolai, invece più o meno in contemporanea (in realtà con un ritardo sempre stato indigesto) la Scavolini del futuro mensanino Darren Daye "si sparò sui piedi" nel finale, perdendo 76-74 con canestro finale di Stefano Tosi una partita già vinta contro la Trapani dell'ex mensanino Wendell Alexis (che incanto di sfida dovette esserci in ala piccola quel giorno), che così si salvò a scapito della Ticino.

Tutti si ricordano l'epilogo, la premessa fu la settimana prima, quando la Mens Sana perse l'opportunità di ribaltare lo scontro diretto, battendo sì Trapani ma con 3 punti di scarto (84-81) dopo il -5 dell'andata. Le memorie più attente ricorderanno le polemiche per un fallo molto dubbio (arbitri Cazzaro e Zancanella) fischiato a 12 secondi dalla fine sul trapanese Francesco Mannella, from San Giovanni Valdarno: quella stagione fece 41/47, quel giorno un 8/8 che resterà come suo top di sempre in carriera, C'era certo tempo per chiudere comunque a +5, però i "se" e i "ma" continuano a essere sale sulla ferita anche 23 anni e mezzo dopo. Trapani poi ai playout retrocesse comunque...

Adesso spazio ai ricordi degli altri:

- il doppio ex Luca Banchi (ma in altre epoche)
- l'esauriente amarcord di Basket Siena
- Matteo Tasso sul Corriere di Siena, che mi prendo la licenza di incollare, nell'impossibilità di linkare e ormai qualche giorno dopo l'uscita sul giornale:a

"E' un tuffo nel passato, quello a cui ci si appresta con la trasferta di domenica prossima in Sicilia. Trapani rappresenta uno snodo di una certa importanza nella storia della Siena cestistica, avversaria fra le più agguerrite dei colori bianco-verdi circa un quarto di secolo fa: fine anni Ottanta, inizio Novanta, con tanti ricordi, belli e brutti (normale che sia così), a scandire la vita della Mens Sana di allora come della Pallacanestro Trapani, entrambe cancellate dal fallimento (Siena due anni fa, i siciliani nel 1997) ma oggi di nuovo in lizza in un campionato che conta. 

Tanto intensa quanto breve, quella rivalità visse la propria acme nel triennio 1989-1992, nel corso del quale biancoverdi e granata viaggiarono a braccetto attraverso due promozioni ed una retrocessione. Trapani era una squadra di agonisti (Martin, Castellazzi, Lot, Marinella, play scuola San Giovanni Valdarno, e poi c'era l'avvocato Beppe Cassi, uno che in sospensione la buttava sempre dentro) che si divertivano a mettere i bastoni fra le ruote alla nobile decaduta Mens Sana del povero Pino Brumatti, di Pastori, Lasi, Giroldi, Visigalli, Battisti e compagnia cantante. 

Fece prendere un'arrabbiatura inenarrabile a coach Lombardi vincendo a Siena in avvio di stagione, ma in quel momento nacque la striscia di vittorie che catapultò i biancoverdi verso la promozione, accompagnati proprio dai siciliani, che si risparmiarono lo spareggio contro vincendo a tavolino (per lancio di oggetti) la partita di Porto Sangiorgio. 

C'era molta Livorno in quelle due squadre, perché se il condottiero di Siena era Lombardi, dall'altra parte dirigeva Benvenuti, un maestro di basket rimasto un esempio per tutta la scuola labronica. "Dado" e "Cacco" si spartirono pure il successivo campionato di A2, l'uno entrando dalla porta principale assieme a Verona, l'altro utilizzando l'appendice dei playout. Imprese storiche: la Mens Sana aveva inserito Lampley, Alexis (che poi sarebbe finito in Sicilia) e Vidili, dall'altra parte spadroneggiavano Reggie Johnson e Bobby Lee Hurt. 

Fu una festa ma anche un salto nel buio, del quale si sarebbero pagate le conseguenze. In Al la favola durò qualche settimana, poi i limiti vennero a galla e piovvero sconfitte. La Mens Sana perse di cinque punti al PalaGranata a dicembre, con l'ondivago Kornet in rottura prolungata e impostò tutto il suo girone di ritorno sul ribaltamento di quello scarto: al ritorno Trapani tenne duro grazie a Cassi (ancora lui) uscendo da viale Sciavo con una sconfitta proprio di cinque punti, che per un complicato calcolo la manteneva in vantaggio negli scontri diretti nonostante la parità in classifica. 

All'ultima giornata, Siena fece l'impresa al PalaEur contro il Messaggero delle stelle ma l'urlo di gioia si strozzò in gola ai mille al seguito, non appena appresa la sconfitta della Scavolini in Sicilia, segnata dal canestro di Stefano Tosi, livornese pure lui. Mens Sana retrocessa in A2, Trapani ai playout e poi, anch'essa, scivolata al piano di sotto. Finiva l'era di Lombardi (quella di Benvenuti era già terminata l'anno prima), finiva l'epoca delle grandi sfide". 

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