domenica 5 luglio 2015

Le scelte della Mens Sana per il ruolo di allenatore

Se la Mens Sana voleva un allenatore per vincere il campionato di Serie B, le serviva un vecchio volpone scaltro ed esperto della categoria, mago delle promozioni, non necessariamente un luminare del basket. A differenza di quanto fatto con la squadra, costruita su misura per quella missione, puntare un anno fa su Matteo Mecacci per la Mens Sana significava invece pensare intorno a lui un progetto di crescita di lungo termine.

Non prendi un allenatore del genere se l'unico orizzonte è fare un campionato in cui non puoi permettere di fallire (e comunque Mecacci non ha fallito). Lo prendi se hai in mente un futuro con lui. Per questo, dopo aver ottenuto il risultato richiesto, è la coerenza con le scelte di un anno fa, prima ancora del campo, a dire che il percorso più logico è che la Mens Sana e Matteo Mecacci continueranno a essere l'uno nel futuro dell'altra.

La Mens Sana aspetta risposte positive dagli sponsor prima di mettere il punto fermo allo staff tecnico per la nuova stagione in Serie A2. Se le risposte positive non arriveranno a breve, si tirerà ugualmente una riga e si penserà una stagione intanto con le risorse che ci sono al momento. E' in questo scenario che la citata logica pone la permanenza alla Mens Sana di Matteo Mecacci. Con un ruolo ricontestualizzato in un assetto adeguato al nuovo livello.

Da mesi, da ben prima che finisse la stagione, se n'è parlato in società, tra i tifosi, tra gli addetti ai lavori, tra i diretti interessati, nelle chiacchiere da bar. L'idea di base è farlo lavorare insieme a un altro allenatore. Ancora da capo, con un assistente importante? O da assistente di un allenatore importante? In entrambi i casi, non è scontato che l'allenatore che viene da un campionato vinto, che l'anno prima si è guadagnato sul campo la categoria superiore, accetti che la formula tecnica sia messa in discussione. Secondo quanto risulta, lo scenario di un rifiuto non è il caso di Matteo Mecacci.

Non è solo questione di umiltà, ma anche di intelligenza di capire il percorso migliore per sé. Mecacci è molto giovane, di esperienze da capo ne ha fatte, in B1 e Silver prima di questa stagione in B in cui ha rischiato di giocarsi tutto. Il suo processo di crescita adesso passa non dal mantenere e accrescere l'esposizione, ma dall'alzare il livello tecnico e agonistico in cui mettersi alla prova.

Mecacci poteva averlo già fatto: non tutti sanno che un anno fa di questi tempi, quando ancora non era chiaro il progetto mensanino, il coach (e non solo lui) poteva andare a Torino, a fare l'assistente di Luca Bechi. Avrebbe vinto il campionato di A2. Oggi sarebbe assistente in Serie A. E potrebbe esserlo ancora visto che, come si dice ma conferme non ce ne sono, Torino un anno dopo pare si sia fatta sentire di nuovo. Difficile rinunciare.

Altrimenti, beffardamente troppo giovane per sperare in un assistentato in club importanti, alzare il livello significa lavorare con un allenatore importante accanto, insieme a cui arricchirsi (a patto che sia l'allenatore giusto: da cui imparare e con cui avere il feeling utile a creare un buon clima di lavoro e di crescita). Ed è una buona occasione per la società, che lo ha dichiarato un suo patrimonio, nella prima uscita pubblica di Marruganti (non lo dici se non ci punti per il futuro).

Gli scenari sono aperti entrambi: vice e capo. Non è un mistero che la prima scelta della Mens Sana sia un allenatore (Ramagli, è sulla bocca di tutti) molto importante per la categoria (Verona si è affidata a lui tre anni di fila per tentare la promozione). Una grande idea. Ma uno staff con lui e Mecacci insieme ha un costo importante. Vista la nota questione sponsor, non è detto che sia un costo sostenibile. Forse non per l'allenatore in sé ma per il budget con cui immaginare una squadra sufficientemente competitiva per convincerlo a venire.

Per capirsi: se Ramagli ha rifiutato Biella perché non c'era un budget sufficiente per lavorare come vorrebbe lui, probabilmente alla Mens Sana per convincerlo servirà un budget più alto. O magari si punterà altre carte. Se però le circostanze la rendessero la soluzione migliore, Matteo Mecacci potrebbe essere di nuovo il capo allenatore della Mens Sana. A patto che lui lo voglia, in assenza (viste le partenze già certe) di continuità tecnica con l'anno passato, e alla luce del percorso di crescita che aveva immaginato. Ancora pochi giorni, forse poche ore, e sapremo.

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