sabato 8 novembre 2014

Dopo un mese

Sei vittorie su sei partite. In linea di massima tutte meritate. Ma un'analisi corretta di questo primo mese non può poggiare sull'imbattibilità. Potevano essere cinque successi su sei partite, perdendo a Montecatini come stava per succedere (questione di centimetri). Ha decisamente più senso una valutazione che poteva essere valida anche se quegli ultimi due tiri di Monsummano fossero andate diversamente.
La difesa c’è (si vedeva da subito), ed è da qui che partono i progetti vincenti. L’attacco arriverà. Ma la notizia più importante, approfittando della prima settimana di riposo della Mens Sana, è che il programma è stato rispettato.
Al di là del sei su sei, la squadra è partita col piede giusto, e altri casi di squadre costruite per vincere (Cleveland in Nba, in parte anche Fenerbahce in Eurolega e Milano in Serie A, Torino in A2 Gold… e via andare) ricordano che non è così banale riuscirci. Sarebbe stupido spacciare questo traguardo intermedio per impresa, ma a luglio si era partiti da zero, e un mese dopo in palestra da un gruppo di giocatori che non avevano mai lavorato insieme.
Non è scontato che una squadra fatta di big per la categoria decida di costruire la propria identità sul sudore e la voglia di piegare le gambe in difesa. La Mens Sana subiva 49.6 punti di media prima di andare a Varese, dove è arrivata la partita col maggior numero di punti subiti (70) per colpa di qualche minuto di troppo di calo di tensione con la gara in pugno, oltre che perché di fronte c’era il miglior attacco.
La diversa velocità tra le due metà campo rientra nel modo in cui è strutturata la squadra. Con corpaccioni per chiudere l’area e atleti per essere ovunque: devono essere brave le avversarie ad aprire la scatola da fuori, se riescono a costruire tiri puliti. Gli stessi corpaccioni però sono quelli che non ti danno una armonia naturale e "pronta all'uso" nell’altra metà campo, dove per trovare la chimica giusta servono tempo, lavoro in palestra e conoscenza reciproca.
Ci si arriverà. Tra l'altro partendo da uno degli attacchi già oggi più prolifici del girone. E comunque da una squadra che, al di fuori dei ragionamenti a compartimenti stagni su attacco e difesa, sta dimostrando la personalità per vincere con autorità anche nelle difficoltà: in casa di Monsummano ringraziando gli avversari, in casa di Varese ringraziando solo se stessi, e la capacità di dimostrarsi superiore (quando contava) non solo sulla carta ma anche sul parquet.

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