venerdì 31 ottobre 2014

Tornando al basket, in campo il meglio del girone

Dopo tante chiacchiere su tutto il resto, è un peccato non parlare anche un po’ di basket, perché è anche la settimana giusta per farlo: sabato la Mens Sana trova la squadra a lei più vicina dopo un mese di Serie B (al netto dei due turni di riposo già osservati da Bottegone), ovvero la Robur et Fides Varese seconda in classifica con quattro vittorie su cinque partite. Fingendo per un attimo che la stagione non sia ancora lunga, in campo ci sarà il meglio della categoria, o la principale sfidante della Mens Sana.

Servirebbero altri parametri per dire se sia la sfida tra il miglior attacco e la miglior difesa, di certo è l’incrocio tra la squadra che segna più punti (Varese, 78.2) e quella che ne subisce meno (Siena, 49.6). Sembra strano, ma quasi sempre in questi casi è decisivo giocarsela bene non sul proprio terreno ma su quello avversario: subire pochi punti per la Robur et Fides (sono 69.8 di media), segnarne molti per la Mens Sana (sono 71.4 di media).

giovedì 30 ottobre 2014

Mens Sana e trasferte negate, il ruolo delle istituzioni (sportive)

I problemi delle trasferte della Mens Sana sono un problema di tutto il movimento. Quantomeno della categoria, della Lega Pallacanestro. E comunque non solo di Siena.

Il motivo non è quello (da me rigettato a suo tempo) dell'"arriva la Mens Sana e mette alla berlina tutte le lacune" di tante realtà che secondo me invece sono da stimare, per la dignità e passione con cui rendono più forte la base del movimento, al di là dei loro mezzi. E' un problema di tutto il movimento, piuttosto, perché è un'occasione persa di tutto il movimento.

A parlare non è il mio/nostro solito inguaribile ed endemico Siena-centrismo (mai smentito). L'occasione persa è quella di non cavalcare, ma anzi veder mortificato, l'entusiasmo di una piazza storica in un anno molto particolare della sua vita, che ha tutto per essere (non per presunzione, ma per visibilità acquisita nell'ultimo decennio) la realtà copertina di un mondo che per insindacabili problemi di numeri, fatica a dare copertine alla devotion quotidiana di un basket diverso.

Grazie all'allegra transumanza bisettimanale di un popolo che ha deciso di vivere un anno del genere come una festa, quei numeri Siena li ha. Ma si scopre che paradossalmente sono il suo problema.

mercoledì 29 ottobre 2014

L'elefante nel negozio di cristallo: il precedente Fortitudo

Se la situazione delle trasferte vietate alla Mens Sana in Serie B2 vi sembra anomala, ci sono i precedenti storici a darvi ragione. Se sbaglio mi corriggerete (a proposito, i commenti sono aperti, sentitevi liberi di usarli!) ma l'unica situazione conosciuta di tifo di massa nelle minors è quella della Fortitudo, altra realtà che muove numeri molto molto importanti non solo per la categoria. Ho attinto alla memoria degli amici bolognesi Bruno Trebbi ed Enrico Faggiano, che ringrazio.

Ci dicono che solo in due casi alla tifoseria della Fortitudo sono state imposte restrizioni di qualsiasi tipo alle trasferte, entrambe nel 2012. E qui è già un dato interessante, perché su quattro trasferte finora la casistica della Mens Sana è già almeno altrettanto ricca: gli agenti in tenuta anti-sommossa (con carica) a Piombino, la pace assoluta a Mortara, e le due trasferte "attenzionate" dal Ministero degli Interni, quella "salvata" a Montecatini e quella saltata a Varese, a seconda dell'ultima parola delle autorità locali. Questa unicità, rispetto all'unico precedente, credo sia il nodo della questione.

martedì 28 ottobre 2014

Parte la Nba. Con questi ex mensanini

Oggi tocca a qualcosa di un po' più leggero. Parte la Nba e ha senso andare a vedere dove sono gli ex mensanini. Anche se non è lo stesso senso di quando è partita la Serie A (vedi post sugli ex mensanini in A) e c'era probabilmente da riempire un buco (qui il post sul vuoto lasciato dalla Mens Sana).

Il grande salto da Siena alla Nba l'ha fatto Erick Green: giocherà a Denver, che l'aveva scelto un anno prima, l'aveva accompagnato nella scelta della sua squadra europea e se gli ha dato fiducia deve essere stata soddisfatta della crescita (my 2 cents: un altro anno in Europa sarebbe stato meglio, vedi la sua "scomparsa" ai playoff).

L'altro ex mensanino che gioca in Nba è Gigi Datome, al secondo anno a Detroit, si spera (anche se le prime indicazioni non lasciano molto ottimisti) con più spazio del primo nel caos dei Pistons, lontani parenti di quelli gloriosi. Poi ci sono due figli d'arte. Al Horford, il figlio di Tito, è la stella di Atlanta. E Austin Daye a San Antonio ha meno successo, ma è il figlio di Darren.

lunedì 27 ottobre 2014

Come se nulla fosse

La stagione in Serie B della Mens Sana è a suo modo una raccolta di cartoline. Per questo anche della trasferta a Montecatini merita di essere ricordata la cornice.




E proprio mentre quell'idea di festa itinerante al passaggio della Mens Sana pareva aver preso corpo, con la fondamentale collaborazione di Monsummano, è arrivata la notizia più stridente.



E mentre anche per Montecatini si era creata una situazione simile, scongiurata grazie alla buona volontà di entrambi i club e al buon senso della Questura di Pistoia, stavolta è già troppo tardi per scongiurarla. Per scongiurare la soluzione peggiore per gli appassionati. Ovvero non poter andare a vedere la partita. In completo spregio a quanto successo poche ore prima, come se nulla fosse.

domenica 26 ottobre 2014

Da tre. E da due

La vittoria 53-54 in casa di Monsummano ha lasciato interessanti spunti di basket. Del modo in cui è arrivata, di quello che significa, di cosa ha detto, del campionato che sarà. Ci sarà tempo. Intanto solo un numero crudo: spicca quel 2/20 da tre. Ma solo a Mortara (11/24, 45.8%) ci si è distaccati da percentuali basse da oltre l'arco anche in partite stravinte: 5/22 a Piombino, 6/22 con Torino, 4/21 con Empoli, per un totale escluso Mortara di 17/85, pari al 20%. Senza entrare in analisi vere, solo un paio di considerazioni:

1- Ci sono tiri che entreranno ma non stanno entrando: Vico ha 9/28 finora (32%), Panzini 6/20 (30%), Parente 5/25 (20%), Ondo Mengue e Bonelli 0/9 in due, Pignatti e Ranuzzi 8/25 in coppia (32%). Le percentuali miglioreranno. E Parente è in rodaggio. Ma un po' rientra anche nelle caratteristiche di una squadra costruita per avere una fisicità di categoria superiore dalla cintura in su, mentre dalla cintura in giù (sugli esterni) ha più qualità che quantità.

2 - Più del tiro da tre, il dato nuovo a Montecatini è stato il 41% da due (14/34), che ha portato al minimo stagionale di punti segnati (54), grazie anche alla giungla che Monsummano ha saputo creare in area. E' necessaria la concomitanza di una giornata di scarsa brillantezza offensiva, ma forse la Meridien ha aperto una strada che farà scuola su come affrontare la Mens Sana. Niente di epocale, doveva succedere prima o poi. Senza tirarla troppo per i capelli, intanto merita comunque di registrare che la Mens Sana ha saputo uscirne indenne, al di là dei sudori finali su quella tripla e quel tapin di Monsummano.

sabato 25 ottobre 2014

(Non più) belli di notte

Zero su quattro. Ho già parlato di cosa significa per il basket italiano cominciare la stagione senza Mens Sana (vedi post). E' l'occasione di cosa significa per l'Eurolega. O quantomeno per il basket italiano in Eurolega.

Sassari non è andata lontana da vincere entrambe le prime partite di Eurolega. Milano è in un girone di ferro e lo ha aperto subito con una mini-Final Four (visto il valore delle avversarie). Ci sono tutte le spiegazioni del mondo. E due giornate non sono niente su 10 (della prima fase) o su 24 (delle prime due fasi).

Ma lo 0 su 4 è un dato di fatto. Che metto accanto a un altro dato di fatto: "Quando c'era la Mens Sana" non è mai successo che dopo due giornate di Eurolega le squadre italiane non avessero vinto neanche una partita.

Senza voler fenomeneggiare, negli ultimi due anni in Eurolega anche la Mens Sana dopo due giornate era ancora senza vittorie (nelle altre 9 partecipazioni è stata 4 volte 1-1 e 5 volte 2-0). Ma sono gli anni in cui, per motivi di budget più che di cultura sportiva e ambizioni, aveva smesso di porsi come società guida del basket italiano, e infatti a evitare lo zero assoluto era stata Milano (legittima aspirante nuova guida).

Questa non è un'analisi dello stato del basket italiano, ma un modo per ricordare, laddove non va di moda ricordare, cosa ha perso l'Eurolega, e cosa ha perso il basket italiano in Eurolega, senza una società dalla forte vocazione europea (pur non avendo mai vinto l'Eurolega), e che da questa vocazione traeva quella linfa per migliorarsi che non le veniva da un campionato non competitivo, un modo per darsi degli stimoli che l'hanno fatta grande mentre altri la consideravano una scocciatura, "un allenamento per il campionato" (Proli) se non "una gita enogastronomica" (Sabatini).

La Mens Sana non ha mai vinto l'Eurolega. Ma per un decennio è stata l'unica a tenere il basket italiano ai più alti livelli in Eurolega, quattro volte alle Final Four dal 2003 al 2011, l'unica a portare l'Italia alle finali per il titolo europeo negli ultimi 10 anni.

Per chi si propone legittimamente a società guida del basket italiano e per chi punta a esserne comunque un'eccellenza, è doveroso verso il proprio movimento rappresentarlo al meglio. Milano e Sassari lo sanno, interpretano questo ruolo, ne hanno i mezzi, e ci provano, a differenza di altri discorsi strambi che si erano sentiti in passato (comprensibili da chi si arrabatta per arrivare a fine anno, non da chi ha la leadership di un movimento). Presto ce la faranno. Ma intanto l'assenza della Mens Sana continua a sentirsi, anche lì.

venerdì 24 ottobre 2014

Cosa resterà: Spirito Mens Sana e Metodo Mens Sana

"Ve la cantate e ve la suonate". "Ma scrivetevi in privato". "Ma sentitevi al telefono". Ci sta, lo accetto. Ma condivido comunque volentieri quanto scritto da Francesco Anichini sul suo Panem et Circenses nel post "Cosa resterà della Mens Sana Basket?".

Al netto di inevitabili deragliamenti emotivi (in un senso o nell'altro) di chiunque si avvicini all'argomento, il pezzo ha il pregio di cominciare a togliere la questione dalla dimensione della cronaca per inserirla in quella della storia ormai scritta, col naturale effetto di levarla dal terreno di scontro e di poterne cominciare a parlare col distacco necessario a un'analisi ponderata.

Il "Cosa resterà della Mens Sana Basket" è riferito nel pezzo (non solo ma soprattutto) allo "spirito Mens Sana". Definibile come un fattore ambientale dato da quel particolare senso di appartenenza di un gruppo a una missione, in comunione con l'ambiente attorno. Dato a volte anche dal rapporto coi tifosi, con la città, nell'affrontare le difficoltà come un corpo unico.

Uno spirito vissuto l'anno scorso nel vortice delle mille vicissitudini attorno al campo. Presente anche l'anno precedente, quello dello scudetto dopo il forte ridimensionamento. Meno vivo negli anni del dominio, salvo riaccendersi nelle avventure europee o quando ci si sentiva (a volte senza motivo) "sotto attacco". E non deve stupire, anzi mi sembra legittimo, che c'è già chi dice che questa nuova squadra in Serie B trasuda e trasmette forte questo "spirito Mens Sana".

Più che lo "spirito Mens Sana" - che colgono di più i tifosi, e che poteva nascere solo alla Mens Sana -, credo che la peculiarità della Mens Sana Basket fosse il "metodo Mens Sana" - che forse colgono di più gli addetti ai lavori, e che poteva nascere ovunque e invece è nato qui-. Che non c'entra con la città, coi tifosi, con le radici. Non c'entra con l'esterno, c'entra con se stessi. C'entra con un gruppo di lavoro, che è portatore di un metodo di lavoro e che ha un'etica di lavoro.

Sopravvissuto alla partenza degli uomini, anche di alcuni padri fondatori, non perché chi è rimasto ne era portatore in maniera maggiore, ma perché è diventato una cultura sportiva, tramandata con l'esempio con dosaggi tra leggerezza e fanatismo via via reinterpretati dai nuovi arrivati. Non è detto che coincida coi successi, ma spesso è naturale che succeda. Declinare la passione (che hanno più o meno tutti) su scrupolo, dedizione totale di energie e tempo, cura del dettaglio (che non hanno tutti).

E' quel livello del discorso in cui Siena è stato un modello da imitare, o almeno da prendere a esempio, anche per chi non ha mai nascosto forti recriminazioni per fattori esterni come arbitraggi o conti fuori posto. Una scuola, un modo di fare basket (e sport, e tutto). La via per l'eccellenza. E' questo che tanti inseguono per una vita e che riesci a costruire negli anni, forse, solo se sei molto bravo, molto portato e molto fortunato. E che - a differenza dello spirito - la fine della Mens Sana Basket ha spazzato via.

giovedì 23 ottobre 2014

Domenica serata anni '90, anche senza l'Aeroplano

Doveva essere il grande revival contro Mario Boni. Resterà il suo campo, il PalaTerme, dove Monsummano ha deciso di andare a giocare la sfida contro la Mens Sana, per accogliere l'esodo senese oltre che naturalmente per approfittare dell'occasione di un buon incasso offerta dal richiamo della partita in quella parte di Toscana: un quarto d'ora da Pistoia, poco più di una ventina di minuti da Lucca città palesemente legata alla buona Mens Sana.

Alla fine Mario Boni non ci sarà, e neanche il suo Aeroplano di esultanza, perché poco prima dell'inizio della stagione ci ha ripensato e a 50 anni ha appeso le scarpe al chiodo. Ci saranno le suggestioni di casa sua e di quelle sfide anni '90 tra Serie A1 e A2, una vita fa.

Il revival, anche se di tipo diverso, sarà con l'allenatore di Monsummano: Alessandro Fantozzi, play livornese arrivato con la Libertas a un passo dallo scudetto, poi a Roma (nel Messaggero '92 che all'ultima giornata rimandò in A2 la Mens Sana), Reggio (Emilia e Calabria), Livorno, Montecatini, Capo d'Orlando (dove gli hanno intitolato il palazzetto)...

Per chiudere, dopo tante chiacchiere sul sentirsi - più o meno a ragione - mal tollerati ospiti in categoria (ospiti in categoria è un auspicio, mal tollerati è un punto di vista), e il desiderio di trasformare in festa il passaggio della Mens Sana che spesso invece è percepito diversamente, merita una segnalazione la bella accoglienza che arriva da Monsummano (e già la scelta di andare al PalaTerme era stata un segnale):

"Per la Pallacanestro Monsummano sarà un giorno di grande festa, per la nostra piccola società che cammina baldanzosa nel grande prato chiamato serie B sarà un motivo di orgoglioso confronto con chi fino a pochi mesi fa andava in trasferta al Pireo, e che ora deve annaspare in un campionato minore per tornare quanto prima ai vertici del basket italiano. (...) L'importante è che vinca lo sport". - da pistoiasport.com

mercoledì 22 ottobre 2014

Festa mobile

Non ho fatto mie (vedi post) le conclusioni a cui arrivò, ma il pezzo (che qui richiamo, se serve) di Umberto De Santis sulle difficoltà della Serie B a fare i conti con una realtà come la Mens Sana ha il pregio di aver anticipato una questione che poi torna a porsi con una certa continuità.

Ovvero il fatto che la presenza di Siena nella categoria è stata percepita come invasiva, innanzi tutto per i valori tecnici che hanno riscritto le gerarchie sul campo (ne parlò il presidente di Piombino Lolini) ma naturalmente anche per il seguito di gente che si porta dietro. Che il movimento non può non considerare una rara ricchezza di cui andare fiero, ma che pone delle questioni almeno logistiche.

C'entra con questo discorso la querelle sulla trasferta sì/no a Monsummano (vedi post), c'entra quello che è successo prima (Piombino e Mortara), c'entra quello che succederà dopo (come verranno trattate le prossime trasferte? c'è motivo per temere limitazioni che impediscano di esportare una festa di popolo anche a Cecina e Livorno?).

Nel frattempo va registrata come apprezzabile la sensibilità che mi risulta abbia fatto mettere in cantiere alla società alcune iniziative collaterali alle trasferte della prima squadra, per esportare questa idea di festa itinerante del basket al passaggio della Mens Sana, idea che forse non sarebbe così scontata per le società ospitanti. Se son rose fioriranno, magari avremo informazioni (ufficiali) più approfondite.

Questo spazio ha un suo senso anche come raccolta di segnalazioni di cose uscite altrove, sempre con qualche link. Così, a fronte di danni collaterali (occupandomene per lavoro li considero tali: non dovrebbe succedere, ma qualche volta succede) di momenti di informazione poco puntuali (vedi link) fa piacere vedere la Mens Sana raccontata dal sito d'informazione più letto (qui il link), con il tono divulgativo che serve, ma anche col rispetto che sai di poterti aspettare da un senese.

P.S.: Approfitto dell'aver tirato di nuovo in mezzo Umberto per segnalare il suo nuovo blog http://basketeu.blogspot.it/

martedì 21 ottobre 2014

Trasferta vietata, andata e ritorno

Si è mai visto vietare ai tifosi una trasferta in Serie B2? Come da comunicazione girata in lungo e largo sul web nella giornata di martedì, anche se in realtà era di mercoledì 15 ottobre (vedi link), l'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive del Ministero dell'Interno aveva messo Monsummano-Mens Sana tra le partite "connotate da alti profili di rischio, rinviate alle valutazioni del Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive, ai fini dell’individuazione di misure organizzative di rigore".

Molto meno di dominio pubblico era che il CASMS si è espresso quasi contestualmente, già mercoledì 16 ottobre. Disponendo il divieto di vendita dei biglietti della partita ai residenti della provincia di Siena. Il tutto senza che le società ne sapessero nulla, sicuramente - da fonti del club - non la Mens Sana: da qualche giorno sono in vendita i 400 posti a disposizione dell'annunciato esodo  della tifoseria ospite. (il comunicato di Monsummano parla di 500)

Monsummano aveva dato la disponibilità di darne anche 1000, addirittura trasferitasi per l'occasione dal proprio palasport a quello di Montecatini (5200 posti ai bei tempi): gli va dato atto di essere in controtendenza, in un contesto in cui guardando agli interessi di bottega generalmente si fa il contrario, si preferisce un palazzo più piccolo per non perdere il fattore campo. Motivi di attenzione? L'antica rivalità tra Siena e Montecatini... Precedenti preoccupanti quest'anno? Di fatto, nessuno.

A quanto risulta da fonti della questura senese, è di oggi pomeriggio (martedì) la revoca di ogni tipo di limitazione. Con 400 biglietti già in mano di acquirenti ignari. Ma tutto è bene quel che finisce bene. Risulta che inizialmente la questura di Livorno (la stessa che si è occupata di Piombino) avesse calcato la mano, orientando la decisione iniziale, prima che la questura di Pistoia decidesse di non accogliere le indicazioni arrivate, anche sulla base delle misure adottate da Monsummano.

Per capire il clima delle ultime due partite della Mens Sana:



lunedì 20 ottobre 2014

Lo zoccolo duro

Il difficile non è vincere, è rivincere. La notizia non sono i 2661 spettatori della prima partita casalinga della nuova Mens Sana in Serie B, ma i 2465 della seconda, quella in cui ha battuto 81-49 il Cus Torino. Sostanzialmente invariati.

Non è, neanche stavolta, una questione di numeri in valore assoluto: c'è e ci sarà chi fa numeri più alti, in categoria. Conta il confronto con sé stessi: la prima della nuova vita, con Empoli, non è stata un una tantum di tifosi della domenica andati solo per dire "io c'ero".

La stagione è lunga e sarà solo naturale che a volte vada diversamente, ma a Siena c'è ancora voglia di basket. Per certi versi anche più di prima. C'è già uno zoccolo duro? Per fare una prova servono tre indizi, e - dopo i primi due match casalinghi - ne manca ancora uno.

E magari arriverà in settimana, quando nei prossimi giorni sarà annunciato il dato degli abbonamenti venduti. Che saranno circa 2000. Ci sono modi peggiori per ripartire.

domenica 19 ottobre 2014

Basket e fisco: le regole, l'equità competitiva e l'uniformità dei controlli

C'è un dibattito in corso sull'opportunità di un passo indietro per Simone Pianigiani dal ruolo di c.t. della Nazionale. Trovo che l'attenzione sul tema sia un'occasione per aggredire l'ipocrisia del pensiero dominante sul rapporto tra basket e fisco.

Capiamoci: non mi appartengono il "mal comune mezzo gaudio", né il "così fan tutti", fini a se stessi. Non sposo l'innocentismo del "ma perché io no e gli altri sì". Pur credendo nella differenza tra condotte isolate e condotte diffuse, si tratta di deliberate scelte personali, di cui in quanto tali è solo naturale assumersi ogni responsabilità.

Così come volontaria è la scelta di aderire a un sistema, sapendo cosa significa. Se prevede comportamenti non condivisi, si può sempre starne fuori (e fare altro nella vita: se il basket è sporco, posso decidere di sporcarmi le mani, ma anche di fare altro). Certo che è difficile, ma si può. Il "così fan tutti" quindi non rende innocenti: se ci sono, le regole vanno rispettate. E se sono da cambiare, vanno comunque rispettate finché non cambiano. In genere ci si ferma qui, io vorrei andare oltre.

Le regole vanno rispettate perché, segnatamente nello sport, garantiscono l'equità competitiva. Allo stesso modo, perché l'equità sia garantita, è necessario che le regole valgano per tutti. Se uno è controllato e l'altro no, le regole non valgono per tutti: non è garantita l'equità. E' giusto che i comportamenti sbagliati siano puniti, ma quelli di tutti, non solo di chi ha la "sfortuna", la giustizia o il caso di subire il controllo.

Non c'è equità se non c'è uniformità di controlli. La mancanza di uniformità di controlli mina l'equità così come lo fa la violazione delle regole. Se uno sbaglia è giusto che venga punito. Ma non è giusto che tutti gli altri vadano avanti impuniti solo perché soggetti a controlli diversi. E questo credo che attenga abbastanza alle vicende della Mens Sana nell'ultimo anno.

sabato 18 ottobre 2014

"Per il bene e l'interesse della società"

In molti hanno visto una negazione dell'evidenza nella lettera aperta che scrisse Ferdinando Minucci il giorno dell'ufficialità del fallimento della Mens Sana Basket (qui il link). In chi riusciva a scherzarci, ha suscitato ironie. In chi non ci riusciva, rabbia. Personalmente - sarà la deformazione giornalistica - quella lettera ha alimentato curiosità sulla linea difensiva.

In particolare mi ha sempre incuriosito la forza con cui Minucci ha smentito, in una dichiarazione spontanea e dunque senza essere obbligato, l'accusa degli inquirenti di aver trattenuto per sé il 5% di un giro di sovraffatturazioni da 35 milioni in sette anni mirato a creare fondi neri (qui il link). E' solo banale ricordare qui che a Minucci all'interno della società non mancavano altre fonti di reddito.

"Tengo a precisare che per quanto di mia conoscenza, qualsiasi somma entrata nella disponibilità della società è stata utilizzata per il bene e l'interesse della società stessa. Nego decisamente che da parte mia ci siano state locupletazioni personali". 

Certo, ci sta che al bar sport si sia derubricato tutto a una mossa della disperazione, all'avere la faccia come altre zone del corpo, o appunto al negare l'evidenza. Fuori dal bar sport, a me ha fatto pensare che Minucci dovesse avere qualcosa in mano, per lanciarsi in negazioni non richieste così veementi.

Questo "qualcosa in mano" è quello che probabilmente emerge adesso. Come già ipotizzato a suo tempo, quei ripetuti riferimenti alla società ("sistema noto all'interno della Mens Sana Basket", "somme utilizzate per il bene e l'interesse della società") potevano avere il senso di coinvolgere altre persone del club. E/o di dire che quel 5% era stato usato PER la società. Per la cronaca, il 5% di 5 milioni fa 250mila euro (all'anno).

venerdì 17 ottobre 2014

Simone: doveva esserci un motivo

Ho sempre avuto la mia idea - personalissima, non giornalistica - sul motivo per cui Simone Pianigiani, oggi c.t. azzurro, non è di fatto mai intervenuto pubblicamente su tutto quello che stava succedendo ed è poi successo alla Mens Sana.

La cosa non è passata inosservata a Siena, dove c'è stato chi l'ha accusato di alto tradimento, di codardia, di ignavia, di aver dimenticato da dove viene. Prima ancora degli arresti (era il 2 maggio), pur non nominandolo, anche il Comitato gli aveva chiesto di battere un colpo.

I tifosi magari ragionano in termini di difesa delle radici e della storia. Chi ricopre cariche istituzionali magari ragiona su questioni di opportunità, o di cautela. Due posizioni legittime ma incompatibili e a volte incomunicabili.

Simone Pianigiani non è meno mensanino di tanti tifosi. In quel palazzo è cresciuto, si è affermato, ha passato giornate, settimane e mesi. Se non si esprimeva, doveva esserci un motivo serio. Un'idea me l'ero fatta, può essere capitato di averla condivisa con qualcuno, ma dirla adesso non vale.

La notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati per l'inchiesta Time Out (link) può forse aiutare a capire quale può essere stato quel motivo serio.

giovedì 16 ottobre 2014

Difendono

Se tre indizi fanno una prova, la Mens Sana ha già la sua prima certezza. La difesa. Certo, non è la conquista della luna: Mecacci può mettere in campo corpi e/o atleti che in categoria fanno la differenza. Ma non è scontato che giocatori di livello superiore si sbattano, e su questo atteggiamento mettano le fondamenta per una stagione vincente. E' prematuro considerarlo un tratto identitario della squadra, ma la rotta tracciata è interessante.

Qualche cifra per capirsi. Siamo abituati a ragionare su statistiche più analitiche, ma basta il conto dei punti subiti per capirsi. Sono 49 di media. Nell'unica partita casalinga sono stati 37, col 24% da due e 23% da tre di Empoli. Nei 53 punti di Mortara pesa lo 0/13 casalingo da tre, ma averli tenuti a 19 punti nella ripresa è un merito, così come lo sono i secondi quarti da 6 punti subìti all'esordio e 8 punti subìti alla seconda giornata. E i 57 di Piombino vanno letti alla luce del fatto che 27 sono arrivati nel primo quarto. Se son rose, le spine le sentiranno gli altri...

mercoledì 15 ottobre 2014

Chi sono gli spettatori della Mens Sana

Di cornice avevamo trattato, di pancia più che di testa, come primo motivo di interesse della partita di domenica con Empoli. E' molto interessante, con alcuni punti di cui sarebbe interessante discutere, l'analisi fatta da Francesco Anichini sul suo blog Panem et Circenses (in bocca al lupo) per capire chi sono quei 2700 presenti all'esordio casalingo, con l'auspicio di numeri analoghi a partire da domenica col Cus Torino.

Un punto di partenza di particolare profondità, che PAnico prima sintetizza in Minucci vs Ricci e poi affronta con grande padronanza, è la lacerante spaccatura che ha vissuto per tutta la scorsa stagione il popolo della Mens Sana, evoluita in parte dopo gli eventi di quel 21 febbraio e rimasta in parte adesso. Senza il buonismo di ecumenismi forzati, la riunificazione definitiva varrebbe quanto la promozione in A-2.

Meriterà di tornarci, intanto buona lettura (e di nuovo il link)

martedì 14 ottobre 2014

Quello che dice sulla stagione il +34 su Empoli

E' già vigilia. Ma prima di voltare pagina per la trasferta a Mortara (comune italiano di 15.712 abitanti della provincia di Pavia, da Wikipedia), turno infrasettimanale per la terza giornata di Serie B, qualche chiacchiera di basket (oltre a quelle sulla cornice) sul +34 di domenica con l'Use Empoli.

Non è da una partita che si giudica una stagione, soprattutto se diversa dalla precedente. Ma resta che il 71-37, molto banalmente, significa aver quasi doppiato Empoli. Che era presentata anche come una squadra di una certa competitività (non ho la competenza della categoria per dire la mia: sto a quanto ci spiega chi ne sa). Il dato immediato è la prestazione difensiva già matura. E poi?

Durante la stagione - con chimica e automatismi - la Mens Sana crescerà in valore assoluto più di quanto cresceranno le avversarie. La domanda è: che campionato aspetta la Mens Sana? Risposta: un campionato difficile. E' chiaro: la difficoltà invidiabile di chi sa di essere il più forte, ci sono difficoltà peggiori.

Ma è la difficoltà di avere di fronte una lunga stagione, con tante stazioni prima di arrivare al traguardo, in cui la sfida è continuare a dare valore a ogni partita anche quando la corrente di risultati (come quello con Empoli) pare portare naturalmente altrove, sapendo che ogni singola vittoria - e il modo in cui arriva - può apparentemente avere un valore relativo, ma anche una singola sconfitta invece può pesare molto, o addirittura essere letale se arriva nel momento decisivo della stagione.

Ma di perdere potrà capitare perché - al di là di meriti o demeriti propri - è normale che capitino le giornate storte. Senza drammatizzare, sarà un'occasione per imparare a vincere anche in maniera diversa, o almeno per imparare ad affrontare situazioni diverse. E quando succederà, sarà un modo per essere più forti. A chiacchiere sembra tutto scontato (e quello che si è visto a Siena negli ultimi dieci anni NON PUO' essere un metro di paragone), ma è dalla capacità di passare dalle parole ai fatti che si vede la qualità di una squadra.

(e la squadra lo sa a prescindere da quello che può esserci scritto su un blog, era solo per spingersi un po' in là con le considerazioni sull'apparente semplicità e l'effettiva difficoltà di una stagione, sulle aspettative e il realismo)

lunedì 13 ottobre 2014

Ambient

Prima che di basket, riguardando al debutto casalingo della nuova Mens Sana in Serie B - 71-37 contro Empoli - credo abbia senso parlare di tutto il resto. Ambiente, cornice, gente.



I numeri parlano di 2661 spettatori. Caspita. Ma non è neanche una questione di numeri.

Ci sono considerazioni che vanno al di là di come la si pensi sul "nuovo corso".

(Per trasparenza, mi sembra doveroso dire come la penso io: E' giusto che le valutazioni si facciano prendendosi il tempo di vedere la nuova struttura all'opera, che vuol dire da una parte non dare cambiali in bianco ma dall'altra anche non giudicare in anticipo per preconcetti. In sintesi: si giudica a fine anno, se non c'è motivo di farlo prima, e nel frattempo buon lavoro. Al di là di come la si pensi sulla gestione della transizione - e qui forse sarebbe anche sbagliato pretendere il pensiero unico in un senso o nell'altro - credo che chi è al lavoro per la ripartenza del basket alla Mens Sana vada messo nelle migliori condizioni ambientali possibili per far bene. Che significa anche una costruttiva funzione di stimolo. Poi naturalmente ogni valutazione è personale)

Di fronte a una giornata del genere, quello che esula da ogni considerazione a monte è riconoscere, cogliere, comprendere, contemplare la gioia, la voglia di vivere (sportivamente parlando), la carica emotiva, la passione di un popolo che non ha vissuto uno shock, ma un anno di shock. E reagisce così. Questo post serve a fissarlo.

(anche con il video sotto che rubo dal profilo dell'ottimo Marco Decandia)

domenica 12 ottobre 2014

Chi tifare in Serie A? Se può aiutare, una mappa degli ex mensanini

La Mens Sana è arrivata all'esordio casalingo. I 1800 abbonati varrebbero da soli un approfondimento. E' anche arrivato l'inizio della Serie A. E allora il gioco è: per chi fare il tifo quest'anno? Anche per nessuno, non è mica obbligatorio. Segue comunque una breve guida dei legami con Siena di chi la Serie A la farà.

In Serie A ci sarà un senese. Si chiama Giulio Griccioli. Già allenatore alla Mens Sana, oltre che - in epoche diverse - alla Virtus e al Cus. Ha lasciato Siena quattro anni fa per fare il capo allenatore da prima squadra, prima per un biennio a Scafati, poi a Casale, e da questa estate a Capo d'Orlando.

La più nutrita colonia di ex mensanini è naturalmente Milano: Luca Banchi, Daniel Hackett, David Moss e Giustino Danesi. Per motivi di rivalità con l'Olimpia, è più facile che i senesi guardino altrove. Venezia per esempio: il coach del primo scudetto Carlo Recalcati, il capitano dell'ultima Mens Sana Tomas Ress, e due suoi compagni come Ben Ortner e Jeff Viggiano.

Altra importante colonia è Reggio Emilia, con monumenti mensanini come Rimantas Kaukenas e Ksistof Lavrinovic, poi ci sarebbe anche Drake Diener, oltre ad Alessandro Frosini da direttore sportivo. Paolo Moretti è rimasto ad allenare Pistoia, Sandro Dell'Agnello a Pesaro. Lorenzo D'Ercole è rimasto a Roma (dove allena Dalmonte), Luca Vitali è tornato a Cremona. Poi ci sono a Caserta Michelori e Mordente, ad Avellino Lechthaler e Severini, a Varese Kangur, e soprattutto a Brindisi David Cournooh.

Direi che ce n'è abbastanza per farsi un'idea.

sabato 11 ottobre 2014

La Serie A senza Mens Sana

Parte il campionato di Serie A. E non può essere la stessa cosa, per la prima volta dopo una vita senza Mens Sana. Per la precisione dopo 25 anni, perché allora la Serie A2 era sempre Serie A. E dopo 21 anni considerando solo il massimo campionato. Nel frattempo la Mens Sana ha vinto 8 scudetti in 10 anni, di cui 7 di fila.

Volendo farsi del male a ricordare quel tiro di Janning alla fine di gara-6 del 25 giugno, o quel +8 a 8’ dalla fine di gara-7 al Forum del 27 luglio, potevano essere 8 di fila. E soprattutto la Serie A, nel caso, sarebbe ripartita senza i campioni in carica. I campioni in carica degli ultimi 8 anni. Pesante. Il fatto che ci si sia andati vicini e non sia poi successo ha nascosto la polvere sotto il tappeto solo per chi ha la superficialità di fermarsi alla buccia della questione.

In questi giorni si è sentita presentare la nuova Serie A con parole di revisionismo storico e toni da rischio scongiurato e imbarazzo sfumato. Senza capire che non è scaricando tutto sul mostro (e perseguirlo sarà doveroso quando la giustizia accerterà delle responsabilità) che si cancellano i peccati di un movimento. E non sto parlando - non qui, non ora - del “così fan tutti” su cui si può scrivere un libro.

Parlo di cosa resta di un movimento che ha perso la sua unica realtà di eccellenza dell’ultimo decennio, prima che Milano si sbloccasse; l’unico club che in Europa, pur non vincendo, ha provato a tenere l’Italia più in alto (4 volte tra le prime 4) più di quanto esprimesse il livello qualitativo del movimento; l’unico programma in grado di imporsi come modello di metodo di lavoro della sua scuola di basket. Non un primato tra tanti, un’unicità nel vuoto. Non scalfita da distinguo (arbitraggi, pagamenti, conti) la cui legittimità si può discutere a parte. Unicità se si parla di basket, di sport giocato.

Cosa resta di un movimento che ha perso una realtà del genere? Non resta niente. Resta che negli ultimi dieci anni si è estinto, non è esistito (dico ad alto livello: non voglio mancare di rispetto a chi nel basket ha altre ragion d’essere). E la manifesta superiorità esibita in campo è lo specchio di questa solitudine nel nulla. Ci si è quasi sempre concentrati sulla solitudine, a volte quasi facendone una colpa, di rado capendo che andava approfondito il nulla che la circondava.

Per questo per la perdita della Mens Sana non dovrebbe piangere solo Siena (che poi la Mens Sana l’ha ritrovata, a un livello diverso) ma dovrebbe farlo tutto il basket italiano, invece di fermarsi solo al mostro. E’ la perdita della propria ammiraglia. Ed è un evento che costringe un movimento a guardarsi nello specchio per vedere impietosa quella pochezza in parte mascherata per anni dalla capacità endogena di generare qualità della sua società di riferimento. E questo resta, anche se quel 25 e quel 27 giugno le cose sono girate in un modo invece che nell’altro, e lo scudetto è finito altrove.

venerdì 10 ottobre 2014

Volemose bene

Il fatto del giorno è la lettera del presidente di Piombino Ottorino Lolini al direttore sportivo della Mens Sana Lorenzo Marruganti, a quanto si apprende inizialmente privata e poi resa pubblica. Un breve bignamino per capire di che si parla:

Le dichiarazioni post partita di Lorenzo Marruganti
Il Giudice Sportivo punisce Marruganti con una deplorazione
La lettera di Lolini a Marruganti
La risposta a Lolini della Mens Sana 1871

Non entro nel merito della polemica - e quindi non accuserò né difenderò Marruganti o altri - non per tirarmi comodamente indietro, ma perché senza avere conoscenza diretta dei fatti - come non ho - si può parlare solo per partito preso. E non mi interessa farlo.

Come altre volte, mi pare più interessante trarne uno spunto per andare oltre. Innanzi tutto rimando al post precedente sull'essere preparati alla nuova categoria (qui il link). Ovvero il rispetto alla categoria, agli impianti, a chi in questo campionato c'era già, alla dignità delle altre società per quello che sono, e quello che riescono a essere (in gran parte grazie a grandi sforzi e passione, più che ai soldi, vedi anche altre realtà senesi).

Sono convinto che già appartenga all'ambiente Mens Sana questo atteggiamento di rispetto. Forse non sempre è percepito da chi c'è di fronte, che magari già parte prevenuto. Se mai qualcuno avesse inteso (inconsciamente, è chiaro) che le altre società di Serie B fossero lì a stendere tappeti rossi al passaggio di Siena, per l'onore di incrociarla, Lolini ha spiegato con franchezza come invece si sentono: "Se siete qui non è certo per volontà delle altre squadre, che, pur di avere un campionato più equilibrato, ne avrebbero fatto volentieri a meno, ma semplicemente perché qualcuno ha deciso che da qui dovevate ricominciare".

Non era certo lo stile il punto di forza della società che nell'ultimo decennio ha vinto tutto in Italia: forse è anche in questo che il "nuovo corso" credo possa (e voglia) programmaticamente differenziarsi e farne un proprio elemento distintivo. Anche per provare a traslare questa esperienza in Serie B da naturale e prevedibile percorso a ostacoli in ambienti ostili a (utopia?) festa itinerante per l'arrivo in città di quella che è stata la realtà cestistica di riferimento del basket italiano. Ma la leadership non si autoproclama, sono gli altri a riconoscerla. Si tratta di imboccare la strada giusta.

giovedì 9 ottobre 2014

Thanks God, it's Thursday

Ci sono cose per cui il salto di categoria si fa sentire in negativo. E cose per cui è la Serie B (già B2) a rivelarsi una categoria superiore rispetto alla Serie A (già A1).

In molti in queste ore stanno apprezzando la novità: l'account Youtube della Lega Nazionale Pallacanestro (link, per iscriversi o anche solo per la libera consultazione) mette online ogni giovedì la registrazione integrale della giornata precedente.

La possibilità di rivedere la partita (seppur con calma), particolarmente gradita a chi non l'ha vista persona, si aggiunge a una copertura già notevole, arricchita dalle dirette in trasferta di Siena Tv rispetto a un ventaglio che già prevedeva le differite di Canale 3 e gli approfondimenti settimanali, oltre alle telecronache di Antenna Radio Esse e Radio Siena/Siena Tv (e sentitevi pure liberi di correggermi se sbaglio o dimentico qualcosa).

Di seguito il filmato della prima giornata della nuova vita della Mens Sana, il debutto in Serie B a Piombino (già trattata qui per "flash")





mercoledì 8 ottobre 2014

Mens Sana, Serie B e preparazione. Di chi per chi

A proposito di spunti, credo che sia contento di offrircene Umberto De Santis. In un pezzo che mi pare abbia riscosso consensi, sostiene (qui il link) che "il movimento della Serie B non sia assolutamente preparato a ospitare un fenomeno mediatico come il forzato arrivo della Mens Sana nella categoria", chiedendosi poi "Sapranno organizzarsi in Lega? Il sistema si renda conto che sarà visto e vivisezionato passo dopo passo".

Segue dibattito.

Premessa 1: immagino non si voglia dire che la mancanza del wi-fi e delle prese per la corrente sia il centro del problema. Riguarda chi (come la nostra categoria) nei palazzi lavora, e va tutelato. Ma al centro del discorso deve esserci lo spettatore pagante, il resto va affrontato ma riguarda poche persone, col peso che ne consegue.

Premessa 2: se ha colpito la situazione Piombino, giova non dimenticarsi che si troverà anche di peggio di un palasport da 900 posti, si troverà anche di peggio di società che mettono a disposizione degli ospiti un terzo dell'impianto, quasi metà. Anzi il giochino (vedi PalaTiziano ad altri livelli) sarà spesso l'inverso: ridurre la capienza e/o i posti per gli ospiti per far sentire di più il fattore campo.

Premessa 3: sarebbe bello ma è realisticamente difficile che si ripetano durante tutta la stagione esodi di massa come quello di Piombino. Non succederà spesso, e quasi sicuramente non succederà per le trasferte fuori dalla Toscana.

Premessa 4: lascio fuori dal discorso le cariche, i celerini e le manganellate. Quella è un'altra cosa (su cui la Brigata Biancoverde ha avuto da dire cose non marginali).

Ribalterei quindi la questione posta all'inizio per chiedere, piuttosto: è la Mens Sana a essere preparata alla Serie B? Non ho dubbi sul fatto che l'ambiente pressoché nella sua interezza lo sia. Essere preparati allora è anche avere l'umiltà di capire cosa significa sul serio - nella quotidianità - ripartire dal basso. Dove le cose non funzionano come nei (già non perfetti) quartieri alti.

La Serie B è questa, non è che deve cambiare perché è arrivata la Mens Sana e c'è caduto l'occhio. Se deve cambiare, si deve farlo a prescindere, ma capendo anche cosa si può pretendere (e cosa no) a certi livelli. Negli anni se ne sono visti fin troppi di tifosi di nobili decadute andare in giro a sdottorare lezioni di come dovrebbe funzionare, come se fossero loro ad aver inventato il basket (che tra l'altro nel caso della Mens Sana sarebbe anche vero vedi link al post iniziale del blog :DDD).

Il viaggio agli inferi è bello anche per immergersi (come godimento, a suo modo, o come indesiderata catarsi) in quell'atmosfera pane e salame, sennò sarebbe un'esperienza con un valore diverso. Non dico che nel pezzo di Umberto De Santis si rifletta un atteggiamento snob, sia chiaro. Dico solo che offre uno spunto per andare oltre e capire chi siamo, dove andiamo, quanti siamo... (un fiorino).

martedì 7 ottobre 2014

Sul Comitato, il silenzio dell'inchiesta e l'azione di responsabilità

Gioco a carte scoperte (sennò che senso avrebbe fare un blog?): nato nello scetticismo, anche mio, penso (pur continuando a credere profondamente nella necessaria distinzione dei ruoli) che il Comitato "La Mens Sana è una fede" sia diventato un catalizzatore di passione che in alcuni frangenti degli ultimi sofferti mesi si è dimostrato un presidio fondamentale.
Dopo la prima giornata di Serie B, anche se la riunione è della settimana prima, è tornato a far sentire la sua voce con una nota in cui chiede "che si faccia Giustizia, con la G maiuscola". Per comodità ma anche completezza, embeddo qua sotto il testo integrale



Proprio perché questo vuole essere uno spazio di spunti, che non si limita a registrare, alcune personalissime note:

- quando si parla di "inspiegabile silenzio calato sulla vicenda", quando "si chiede che, se verranno accertate precise responsabilità, si proceda secondo le norme di legge; si chiede che chi deve operare operi nella massima trasparenza" (perché non deve essere così?!) mi pare si trascuri come lavora la magistratura. In silenzio, per esempio (salvo distorsioni, o salvo eventi dirompenti nel corso delle indagini). E capace di fare il proprio lavoro anche senza che da fuori si spieghi come si fa. Anche senza timori, mi pare dicano gli eventi dell'8 maggio scorso, per fare un esempio a caso.

- si torna a parlare di "un'eventuale azione di responsabilità della Polisportiva nei confronti di chiunque abbia responsabilità nella vicenda". Il Comitato qui annuncia l'appoggio ufficiale, credo mai in discussione. Parto da qui per dire che si sente in giro (opinioni qua e là, non nel comunicato sia chiaro!) che solo così la Polisportiva si affrancherebbe dalle gestioni passate.
Riparto da qui: Non ha senso continuare a parlarne prima del tempo, a evocare questo scenario per procedere subito. Mi spiego: la Polisportiva ha già spiegato chiaramente che per un'azione di responsabilità serve che sia possibile quantificare il danno. E' noto da sempre quello patrimoniale (circa 1.3 milioni), e da luglio quello sportivo (addio a Eurolega e Serie A). Ma non si può tirare una riga fino alla chiusura dell'inchiesta, da cui potrebbe emergere altro. O altre persone.

- capisco però se si tratta di un richiamo identitario, di presenza, per tenere alta l'attenzione, per dire che non si abbassa la guardia, per lanciare un segnale. Soprattutto ai media, che vengono anche citati esplicitamente. Una presa di posizione non letterale, ma simbolica insomma. Che vale dunque come un (comprensibile, condivisibile) atto "politico", ma senza aspettarsi gli effetti reclamati. Non credo sia un obiettivo realistico caldeggiare un'accelerazione dell'azione di responsabilità o la chiusura delle indagini 'perché è il Comitato a chiederle' (virgoletta mia, non l'ha detto nessuno). E' però sacrosanto voler ricordare che l'attenzione resta alta, anche se l'interesse pare scemato (perché finalmente si può pensare al campo, deo gratias!).

lunedì 6 ottobre 2014

5 ottobre 2014

Quelli che si erano salutati in gara-7 di finale scudetto davanti ai 12mila del Forum e si sono ritrovati tre mesi dopo al PalaTenda, murato da 900 persone stipati come sardine.

Quelli che l’esodo dei 500 a Piombino sarà un pezzo di storia vissuta come la transumanza dei 2.500 senesi a Barcellona (lasciando in pace i 25.000 di Vigna di Valle).

Quelli che, arrivati in Serie B, non si aspettavano di trovarci un cordone di celerini. E neanche di prendersi una carica, con giro di manganellate.




Quelli che scendono di quattro categorie e invece dopo un quarto d’ora gli sembra di averne salite quattro: perché sette bombe in un quarto è roba da San Antonio Spurs.

Quelli che a inizio secondo quarto si ritrovano doppiati 30-15.

Quelli che… la zona.

Quelli che nel secondo quarto poi non segna più nessuno.

Quelli che Piombino ha messo 27 punti nei primi 10 minuti e 30 nel resto della partita.

Quelli che il Marruganti fa serenamente notare le monetine che piovono, e viene gentilmente fatto accomodare negli spogliatoi.

Quelli che i 17 punti e 11 rimbalzi di Alex Ranuzzi, e i 19 punti con 3 recuperi e 10 falli subiti di Sebastian Vico.

Quelli che a fine partita si prendono l’applauso dall’allenatore avversario (Massimo Padovano).

Quelli che una diretta televisiva in Serie B non so se si era mai vista. Peraltro in mondovisione con lo streaming (gli emigrati ringraziano).

Quelli che l’emozione è emozione. E non conosce steccati: non c’è quella di Serie A e quella di Serie B, quella dei puri e quella dei meno puri, quella di chi è tornato e quella di chi c’è sempre stato. C’è l’emozione e basta. Bentornata. Ben ritrovata.


domenica 5 ottobre 2014

Let's get it started

Portato altrove dal lavoro, se apro questo blog è colpa dell’amico (e collega) Claudio Lenzi. “Ma non scrivi di Mens Sana quest’anno? Dai, dopo una vita…”. Ha toccato le corde giuste. O sbagliate.
A che serve questo spazio? Le notizie sono già su giornali, radio, tv, siti. Le opinioni sono già su forum, social network. Un po' di qua e un po' di là, vediamo se nel mezzo c'è uno spazio da riempire. Magari, chissà, questo può essere lo spazio degli spunti. Reciproci: i commenti ci sono apposta. Se poi questo spazio non dovesse trovare una sua dimensione, e diventare sterile, o ridondante rispetto a un'informazione che c'è già, spero di accorgermene abbastanza presto da trarne le logiche conclusioni.

Il nome del blog ne è a suo modo il manifesto. Si chiamava Palla al cerchio il gioco che Ida Nomi Pesciolini, maestra di sport alla società senese Mens Sana in Corpore Sano, presentò nella palestra dell'associazione in Sant'Agata il 27 aprile 1907, e ne tenne una dimostrazione con le proprie allieve il 12 maggio 1907 al VII Concorso Federale Nazionale di Ginnastica a Venezia (credits to ilpalio.org). Reinterpretato e tradotto pur non avendolo mai visto giocare, fu lo sbarco in Italia del basket-ball, il gioco inventato nel 1891 da James Naismith. Non è questione di categoria, e non solo di scudetti: la culla della pallacanestro italiana è Siena, è la Mens Sana.

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